
Il settore retail si dice spesso essere uno di quelli più importanti per l’economia di un Paese perché rappresenta la cartina tornasole del livello di benessere di uno Stato.
Il retail è un settore vastissimo, che va dai grandi magazzini alle macchinette del caffè. Per sua stessa natura, il mercato retail si contrappone a quello cosiddetto wholesale, che indica invece la vendita all’ingrosso da parte di un’azienda a un’altra, anche se è bene precisare che tra le due attività non c’è necessariamente contrapposizione: esistono, infatti, delle imprese che svolgono contemporaneamente entrambe le attività. Il Retail (che significa in italiano “vendita o commercio al dettaglio“) è da oltre mezzo secolo un comparto in profonda trasformazione. Nuovi stili di vita, nuove categorie di prodotto, nuovi servizi, innovazioni in-store e lo sviluppo dell’eCommerce hanno cambiato totalmente il volto del Retail tradizionale (o negozio fisico).
Quando si parla di retail ci si riferisce quindi a qualsiasi attività commerciale che vende prodotti o servizi al consumatore finale. Questo significa che il cliente retail è qualsiasi persona che acquista beni o servizi per uso personale o comunque non per rivendere.
I settori e i canali retail
I settori retail comprendono una vasta gamma di categorie, da quelle di più largo consumo a quelle più di nicchia.
Un esempio sono gli alimentari, librerie, negozi di abbigliamento, negozi di giocattoli, ma anche bar e ristoranti, centri estetici e parrucchieri, insomma tutta la vendita al dettaglio di beni e servizi.
Ogni retailer sceglie i propri canali di vendita.
I canali retail le modalità con cui le aziende retail propongono ai consumatori finali i loro prodotti e servizi.
Ma quali sono i canali retail più diffusi? Eccone alcni tra i più importanti:
Punti vendita fisici
Sono i classici negozi che possono essere “su strada” o nei centri commerciali,
Supermercati
Il supermercato è denominato GDO (Grande Distribuzione Organizzata).
Esso infatti offre una vasta gamma di prodotti, prevalentemente di genere alimentare, ma anche molte altre categorie: dall’abbigliamento al pentolame, dalle piante, agli articoli sportivi, insomma tutto quanto ha a che vedere con i beni di largo consumo.
La stessa tipologia di attività retail è svolta anche dai Discount, che vengono contraddistinti con questo temine in quanto trattano prodotti perlopiù di marche sconosciute e con prezzi decisamente più convenienti economicamente più convenienti, magari disposti su pallet o in cartoni posti sugli scaffali senza quindi una certa accuratezza tanto cara ai supermercati.
Distributori automatici
I distributori automatici/vending che sono dei veri e propri canali di vendita per la distribuzione di bevande calde o fredde, agli snack, fino ad arrivare a prodotti di parafarmacia e molte altre tipologie di prodotti.
Temporary store o Pop up store
I temporary store sono dei punti vendita fisici, con la particolarità che il loro periodo di permanenza in una determinata location è limitato ad un periodo più o meno breve.
Solitamente queste tipologie di attività sono strettamente collegate a delle strategie di marketing: per il lancio di un prodotto o per consolidare un brand, per esempio, in pratica per creare un touch point fisico che veicoli il marchio.
Negozi digitali
I negozi digitali più comuni sono gli e-commerce e i market-place (Amazon per esempio), brand che utilizzano app e-commerce per creare un rapporto più diretto con il cliente. Sono da considerare canali di vendita anche: il porta a porta, la televendita e la vendita postale.
Il mercato retail rappresenta quella fetta di mercato entro la quale gli investitori sono persone fisiche effettuano operazioni di controvalore relativamente ridotto, prevalentemente motivato da esigenze di investimento. Sono per questo 3 i trend del retail che stanno guidando questa evoluzione: l’omnicanalità, le applicazioni dell’intelligenza artificiale sempre più a disposizione anche del piccolo imprenditore del commercio e l’attenzione crescente verso le logiche di sostenibilità, richiesta dal mercato.
- L’omnicanalità
Attraverso un processo di trasformazione dei suoi canali di vendita si è avuto un deciso spostamento verso il digitale, che secondo i dati dell’Osservatorio eCommerce B2C del PoliMI, lo scorso anno è cresciuto portando valori transati pari a 54,2 miliardi di euro (+13%), mentre il commercio negli store fisici, registra il tasso di decrescita più alto degli ultimi cinque anni.
Il punto di incontro fra la dimensione digitale e quella fisica è per l’appunto l’omnicanalità, articolata in diverse direzioni.
- La prima riguarda l’esperienza del cliente: ad esempio, la possibilità di iniziare un acquisto online e terminarlo nello store fisico, grazie a un percorso senza soluzione di continuità e un’evasione dell’ordine efficiente. Ideale, in ottica di fidelizzazione.
- La seconda porta gli strumenti digitali nel negozio fisico: i sistemi di online selling, ad esempio, per acquistare online direttamente dallo store, o il cosiddetto scaffale infinito, che integra l’assortimento fisico con quello online.
- La terza introduce alcune abitudini dei consumatori online anche negli store fisici, fra cui la disponibilità di chioschi digitali dove il cliente può ricercare maggiori informazioni sui prodotti direttamente dal negozio, metodi di pagamento innovativi o sistemi di self checkout.
Ciò sarà reso possibile ottimizzando gli aspetti gestionali, integrando in modo efficiente il piano fisico con quello digitale.
- L’intelligenza artificiale
Un altro trend retail trasversalmente ai diversi mercati, è l’introduzione dell’intelligenza artificiale attraverso i cosidetti chatbot. Software che simulano ed elaborano le conversazioni umane (scritte o parlate), permettendo agli utenti di interagire con i dispositivi digitali. La Customer Experience e il post-vendita sono le fasi che ne beneficiano: strumenti utili atti a fidelizzare i clienti aiutandoli ad indirizzare meglio le loro scelte d’acquisto. Attraverso algoritmi predittivi si efficientano l’inventario e per la programmazione degli approvvigionamenti il magazzino, grazie alla previsione della domanda e all’analisi dei comportamenti di acquisto. L’omnicanalità come modello integrato tra fisico e digitale, dev’essere supportata da strumenti tecnologici avanzati, quali soluzioni cloud based o sistemi POS evoluti.
- La sostenibilità
- La scelta di un packaging sostenibile, ad esempio eliminando del tutto la plastica in favore della carta;
- l’adozione di una logistica “green” che prevede, ad esempio, l’uso di mezzi elettrici;
- l’introduzione di linee di prodotti second hand o attrezzatura ricondizionata;
- la riduzione degli sprechi, grazie a una gestione data driven che metta in evidenza le inefficienze come quelle energetiche;
- l’impiego di arredi green, ad esempio realizzati con materiali riciclati, che consentono quella che viene chiamata digitalizzazione sostenibile: significa saper sfruttare le nuove tecnologie digitali per lo sviluppo della propria attività senza, però, scendere a compromessi sull’ecosistema.